La Messa e le sue parti

a cura di Moira Marzoli

Ingresso

L'ingresso è la preparazione per cominciare la Santa Messa; il popolo ovvero i fedeli devono restare in piedi perché ciò significa "Il camminare del popolo di Dio".
Si canta da quando il sacerdote entra in chiesa e termina al momento che il sacerdote arriva all'altare.
Il canto ha lo scopo di motivare il pensiero alla celebrazione liturgica, accompagna la processione del sacerdote e dei ministri. dev'essere un canto allegro e che accolga la comunità alla celebrazione
Il canto può basarsi sull'Antifona d'entrata, parlerà di accoglienza e di cammino. Alcuni facili esempi (il tuo popolo in cammino, camminerò, eccomi...)

Kyrie

Signore pietà è il secondo canto e noi troviamo nella nostra "scaletta liturgica" è l'acclamazione dei fedeli che chiedono misericordia è un canto di riconciliazione; se non si canta si recita ma è preferibile cantarlo si canta e si suona generalmente in una tonalità minore, perché dà un raccoglimento più profondo; si può fare con la ripetizione delle acclamazioni. si può anche utilizzare la stessa tonalità che poi verrà usata per il Gloria che lo segue immediatamente dopo.
Nelle messe importanti si sostituisce con la versione in latino. Essendo una delle parti liturgiche più importanti della messa, in quanto anche i fedeli devono pronunciarlo è bene preferire versioni tradizionali e più facilmente seguibili dall'Assemblea sì sconsiglia di utilizzare versioni più recenti adatte più ad eventuali concerti o esibizioni che non alla vera liturgia.

Gloria

è un inno che glorifica Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo il Gloria andrebbe sempre cantato interamente.
Viene anche chiamato "inno angelico" (anche se raramente) questo perché fino al XIX secolo, era anche chiamato cantico degli angeli e comprendeva anche il Kirye, anche perché se si pronuncia (o canta) in latino il Gloria in excelsis Deo è d'obbligo pronunciare (o cantare) in latino anche il Kyrie.
viene recitato o cantato durante la Messa nelle domeniche, nelle feste e nelle solennità. Non viene recitato o cantato: in Avvento in modo che poi abbia più forza liturgia nella celebrazione del Natale in Quaresime, per il suo carattere pasquale.
Viene omesso inoltre nelle Esequie e nel giorno della Commemorazione dei defunti.

Salmo

è la risposta del popolo alla Parola di Dio; dev'essere essere cantato il salmo del giorno si può cantare il salmo completo e in questi caso vi sarà un cantore che intonerà la lettura oppure si può cantare la parte che ripete il popolo e le altre si leggono. si può leggere il salmo non è indispensabile che si canti, ma se lo si canta è meglio. non si deve intonare nessun altro canto.
E' composto da un'antifona, seguita da un ritornello. Nelle Messe festive è sempre preferibile recitarlo nella forma cantata. La forma cantata può essere espressa nel modo responsoriale o nel modo diretto. Nel modo responsoriale, che è da preferirsi, il cantore canta i versetti, e l'assemblea risponde cantando il ritornello. Nel modo diretto, il cantore canta il salmo e l'assemblea si limita ad ascoltare, senza rispondere col ritornello, oppure tutti insieme cantano le strofe del salmo senza ritornello.
Il Salmo responsoriale viene così definito, perché nel recitarlo l'assemblea risponde al lettore o (se cantato) al cantore.

Alleluia

l'Alleluia è una lode di acclamazione al Vangelo liturgicamente non si deve omettere né aggiungere nessuna parola; deve permettere la lettura dell'acclamazione in mezzo al canto o includerlo nel canto stesso.
In tempo di Quaresima l'espressione "alleluia" si cambia in "Onore e gloria a te Signore".
Nella liturgia cattolica, l'alleluia è un canto presente sia nella Liturgia delle ore che nel proprio della messa, dove è cantato prima della lettura del vangelo. Nel canto dell'alleluia si distinguono tre elementi: •la parola alleluia che viene cantata solitamente tre volte all'inizio e alla fine, •lo jubilus o melisma prolungato sulla A finale dell'alleluia, •il versetto, quasi sempre unico, raramente doppio, preso da un salmo o da un cantico.
Il canto del versetto prolunga la lode e offre all'assemblea un motivo di meditazione e di approfondimento del tema liturgico della celebrazione.

Offertorio

Canto per la presentazione dei doni Ovvero l'offertorio è un canto d'offerta del pane e del vino; il testo del canto deve riferirsi alla trasformazione del pane e del vino, in Corpo e Sangue di Cristo; segue la preghiera dei fedeli e precede la Preghiera eucaristica.
L'offertorio appartiene al proprio della messa (il proprio è l'insieme delle parti della messa) il suo testo quindi varia a seconda dell'occasione liturgica celebrata.
• Inizialmente il canto era di tipo responsoriale, affidato alla schola nella sua esecuzione, secondo lo schema; antifona - versetto - antifona a latere - versetto - antifona. Più tardi, dal IX secolo, la soppressione della processione offertoriale ed una serie di circostanze hanno dimensionato il rito dell'offertorio causando l'abbandono del canto dei versetti e riducendo la lunghezza del canto, mantenendo la sola antifona.
Il testo del canto d' offertorio è solitamente tratto dai salmi ed esprime abitualmente una delle innummerevoli sfacettature della contemplazione cristiana.

Santo

è parte integrante del prefazio, viene cantato o recitato ad alta voce dal sacerdote insieme al popolo.
Quest'inno è un invito rivolto alla chiesa terrestre ad unirsi ai cori celesti nella lode al Signore.
È diviso in due parti il Sanctus e il Benedictus. La prima parte del Sanctus è stata introdotta nella liturgia cattolica alla fine del IV secolo, mentre la seconda il Benedictus, è tratto dal Vangelo secondo Matteo (21,9), nel contesto del racconto dell'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme la domenica delle palme.
Nel repertorio del canto gregoriano il Sanctus XVIII è quello che possiede la forma più antica che ci è pervenuta. Esso è attualmente riservato alle ferie dell'Avvento, della Quaresima e delle Messe dei defunti e si distingue per la sua semplicità.
Melodicamente è in forma di salmodia sillabica e la sua ornamentazione si trova a metà strada tra i recitativi del prefazio e del canone, dove è stato collocato.
Le altre melodie sono state elaborate in maniera progressiva, soprattutto a partire dall'XI secolo e vi sono rappresentati quasi tutti i modi. Alcuni sono in forma sillabica, altri in forma ornata.
È sempre consigliato cantare il Santo facendo in modo di non cambiare o modificarne o invertire il testo.

Padre nostro

Viene recitato o cantato durante la Messa, dopo la preghiera eucaristica. Nella liturgia delle ore viene recitata nelle lodi mattutine e nei vespri.
Nel Rosario viene anteposta a ogni decina di Ave Maria. Ricorre poi nella recita di innumerevoli devozioni, talvolta accompagnata da un Ave Maria e da un Gloria. Il Padre nostro è l’unica preghiera che ci ha lasciato Gesù: quindi, non deve essere cambiata, parafrasata, o sostituita.
E’ unica, insostituibile e tale deve essere anche la sua musica. Non va cambiato di una virgola il testo nè vanno usate musiche di altri brani adattati. Se non si ha a disposizione una buona melodia, meglio recitarlo .

Agnello di Dio

Questo canto accompagna la “frazione del pane”: mentre noi cantiamo questa litania (tale è la sua forma musicale), il sacerdote spezza il corpo di Cristo (l’ostia è già consacrata), dato per noi e la nostra salvezza.
Vale come per il Kyrie: chiamata-risposta, scelta della musica adatta, nessun cambio di canto nè di testo. Men che meno, può essere “sostituito” in qualche modo nel canto di pace (che non esiste nella liturgia eucaristica):.
Non va iniziato finchè il sacerdote non ha finito di dare la pace ai suoi vicini.

Canto alla Comunione

Il canto della comunione deve dare al popolo un ambientazioni propizio per la meditazione, la preghiera. di preferenza dev'essere un canto che parli del Corpo e Sangue di Cristo come alimento, un canto che trasmetta il dono che ci viene fatto e aiuti a pensare quanto è grande Dio.
può essere un canto relazionato al Vangelo o può essere un canto relazionato all'antifona della comunione; solo nelle feste della Vergine può essere intonato un canto a Maria.
dedicato a noi musici e cantori
A volte coloro che fanno parte del coro parrocchiale o suonano si dimenticano che anche loro devono partecipare all’Eucaristia, alcuni pensano che essendo "impegnati" nel canto o nel suonare siano esonerarti giustificatamente dalla comunione SBAGLIATO!
Ricordiamoci che il miracolo d’amore accade proprio davanti a noi. Partecipate quindi non solo cantando, ma anche ascoltando Dio nel Vangelo e nell’omelia e accogliendolo in noi tramite l'eucarestia.

Il Congedo

È la parte finale della messa, quella che ci invita a portare il Verbo in mezzo ai nostri fratelli. Nella parte finale la forma musicale è libera. Ovvero non vi è una vera e propria disposizione sul canto In quanto può essere eseguito solo in modo strumentale, può essere cantato, o può anche non essere presente.
Se si decide di concludere la messa con un canto (come viene fatto prevalentemente) si può decidere se dedicare un canto alla Madonna oppure scegliere un canto allegro che parli di congedo, di cammino, di unione tra i fratelli.
Attenzione! Il fatto che la forma musicale sia libera non deve comunque farci cadere nella tentazione di utilizzare canti non adatti alla liturgia.